Da quando comprare online ha sostituito l’acquisto tradizionale, da quando cioè basta un agile click per appropriarsi di un libro, un frigo o una parete attrezzata, il rapporto tra domanda e offerta di mercato è cambiato drasticamente. La prova di questa metamorfosi si fa evidente e concreta nella logistica, il settore che più subisce e introietta innovazioni e mutamenti del mercato del lavoro.
Per capire la straordinaria duttilità della logistica è sufficiente pensare che negli anni della pandemia Covid-19 si è rivelato tra i pochi settori in grado di sopravvivere e reinventarsi. Parliamo di un asset sempre più strategico che, secondo un rapporto di Randstad Research, coinvolge in Italia 1,16 milioni di lavoratori e genera un valore di 92,7 miliardi di euro, pari al 5,41% del Pil.
Per trasportare ogni giorno merci, cibo, farmaci e beni di ogni genere la logistica deve tener conto dei profondi cambiamenti che sono destinati a stravolgere il mondo del lavoro dei prossimi anni. La rivoluzione tecnologica che ha già investito l’intero comparto - facendo emergere la necessità di sviluppare competenze specifiche e profili ad hoc in diversi ambiti - non è l’unico fattore di cambiamento. Il report di Randstad Research ne individua 4: oltre alla digitalizzazione, a influenzare il mercato della logistica ci sono globalizzazione, transizione verde e demografia. Si tratta di variabili che hanno carattere strutturale poiché attengono alla struttura stessa della produzione, in particolare al rapporto che esiste tra impiego dei fattori di produzione (capitale e lavoro) e output.
La rivoluzione digitale non è circoscritta alla cosiddetta industria 4.0 e all'impiego di robot, ma include l’applicazione dell'intelligenza artificiale al mondo dei servizi, coinvolgendo professioni e profili che sino a pochi anni fa sembravano insostituibili.
La globalizzazione in ambito produttivo ha favorito la nascita della cosiddetta global value chain, basata sui processi di localizzazione outsourcing e offshoring che esigono competenze e profili nuovi da coinvolgere nelle diverse fasi del processo di produzione. La fotografia scattata da Randstad Research mostra una maggiore domanda di occupazioni a bassa qualifica nei Paesi meno avanzati - dove vengono localizzate le attività a minor valore aggiunto - e una maggiore domanda di occupazioni a maggiore qualifica nei Paesi più avanzati, dove si concentrano le attività più remunerative.
L’impatto che il cambiamento climatico ha sulle società dei Paesi avanzati ha spinto i governi a implementare programmi di investimento finalizzati a promuovere la transizione verde. Il programma Next Generation EU, da cui sono tratti i fondi del PNRR, dedica a questo progetto più di un terzo dei fondi. Si tratta di investimenti che puntano allo sviluppo di nuove professioni e competenze green che diventeranno indispensabili in molti settori.
Altra variabile importante è la demografia. L'invecchiamento della popolazione solleva non solo il problema dell’obsolescenza delle competenze, ma fa crescere la domanda di competenze specifiche legate alle attività di cura, riabilitative, ma anche di uso del tempo libero.